
Infografica Biblioteche innovative (Fonte: Miur 2017)
L’Azione #24 “Biblioteche scolastiche innovative”, promossa lo scorso anno nell’ambito del Piano Nazionale Scuola Digitale (PSND), prevede il finanziamento di (almeno) 500 progetti per la realizzazione e lo sviluppo di “biblioteche scolastiche innovative”, ambienti di apprendimento (anche digitale), cultura e socialità, capaci di servire sia la comunità scolastica sia quella territoriale.
Alla scadenza del 14 luglio 2016 ben 3333 scuole avevano candidato il proprio progetto. Dopo un anno di lavoro, reso particolarmente intenso proprio dall’alto numero di progetti presentati, è stata pubblicata lo scorso 9 agosto la graduatoria delle prime 500 scuole ammesse al finanziamento.
Nel comunicato stampa (accessibile QUI ) leggiamo che la Ministra Valeria Fedeli ha espresso la sua soddisfazione per “l’ampia partecipazione delle scuole a questo bando. Proprio l’elevato numero di progetti presentati ha richiesto una lunga e attenta valutazione per la creazione della graduatoria” e “Ora le prime 500 biblioteche innovative potranno essere finanziate e realizzate e presto altri 500 progetti riceveranno le risorse necessarie. Sono progetti rivolti non solo alle studentesse e agli studenti, ma alle famiglie e all’intera popolazione dei territori. Il finanziamento e la realizzazione delle biblioteche innovative sono un ulteriore passo lungo il percorso intrapreso dalla Buona Scuola per rendere la scuola sempre più innovativa, aperta oltre le ore della didattica curricolare, fruibile da tutte e tutti, attenta a fornire spunti di approfondimento e formazione continua anche agli adulti”.
Molti sono i punti qualificanti dell’Azione #24, ma uno purtroppo continua a rimanere in ombra (e temiamo che, come già in precedenza, possa inficiare la piena riuscita del progetto): il personale. Il personale è uno dei tre elementi (gli altri due sono le collezioni e gli spazi) fondamentali di qualsiasi biblioteca; quella del bibliotecario (anche scolastico) è una professione per la quale ci si forma in maniera specifica e non può ridursi a una funzione aggiuntiva o a un ripiego professionale. Anzi, come indicano la IASL e l’IFLA, nella scuola e nella sua biblioteca, proprio là dove ci si forma come lettori e cittadini, servirebbe personale stabile, dedicato e dotato di buone competenze biblioteconomiche, tecnologiche e didattiche.
Intanto, in attesa di conoscere gli sviluppi dell’Azione #24, rallegramenti vivissimi alle prime 500 scuole!